Hifiman combo Jade II cuffie elettrostatiche

Dopo anni di cuffie dinamiche e magneto planari torno ad indossare delle elettrostatiche grazie all’opportunità che Playstereo offre a noi appassionati.
La prima cosa che mi ha impressionato riguarda ovviamente il suono: trasparente, equilibrato e dettagliato quasi in ogni spettro di frequenza, con una dinamica di rilievo e molta velocità e pulizia. La velocità e la reattività delle elettrostatiche è cosa nota, ma questa Hifiman Jade riesce a combinare uno sviluppo verticale unito ad una profondità della scena in grado di evidenziare gli assetti strumentali ed i piani di messa a fuoco della registrazione, scolpendo uno ad uno gli strumenti specie nei piccoli organici siano essi formazioni cameristiche o vocali cosi come nel jazz acustico.

Un altro aspetto che avevo dimenticato è la distorsione praticamente nulla che una cuffia elettrostatica riesce a mantenere, permettendo di alzare il volume d’ascolto senza apparente disagio acustico, anzi invitando a farlo per gustare appieno le coloriture e le finezze timbriche della musica. Mi ha colpito la dinamica della jade II: digerisce la massa sonora senza difficoltà; il “tutti” orchestrale è davvero un “tutti“ e non un insieme risultante: il pieno orchestrale reso dalle Jade arriva fulmineo, veloce ed inaspettato ma risulta percepibile distintamente ogni strumento timbro per timbro. Davvero lodevole.
Non a caso ho usato il termine “digerire” perché una caratteristica legata alla “elasticità” della riproduzione della jade II è dovuta in parte anche alla velocità di svuotamento di armoniche secondarie che in genere si trattengono per qualche millisecondo nelle cuffie dinamiche, dando alle orecchie meno esperte, una maggior sensazione di corposità o basso, ma nascondendo dettagli e realismo.

Se allora dobbiamo muovere una critica, potremmo trovarla proprio in questo pregio, in qualche attacco di solo strumentale, in alcune messe di voce che potrebbero risultare secche o meno morbide perché accompagnate da un eccessivo rigore di riproduzione.
Come ogni cavallo di razza, il combo risulta molto sensibile alla qualità della sorgente: un player mediocre o un dac di bassa qualità non sapranno restituire il pieno potenziale di questo impianto. Il rovescio della medaglia è che sarete spinti alla continua ricerca di riprese e incisioni fatte come Dio comanda per il puro piacere estetico di poter ascoltare ogni minimo dettaglio percepibile.
Un aspetto non secondario che vorrei segnalare è la capacità di fare ascoltare più di qualche genere musicale e non solo la classica o il mondo acustico nel quale notoriamente le elettrostatiche riescono ad esprimersi al meglio. Mi sono divertito a cercare di mettere in difficoltà l’impianto sottoponendolo ad ascolti di musica pop e brani ricchi di condimento ritmico ed elettronico, e sono rimasto sorpreso da come le jade si districhino alla grande anche in frangenti non proprio consoni allo spirito elettrostatico.

Permettetemi ancora una considerazione: la qualità di un impianto di riproduzione, che siano diffusori o cuffie, si misura anche nella capacità di non affaticare l’ascolto: non ho mai creduto a quegli strumenti tanto osannati, che però….”non più di un’ora perché altrimenti stancano”…ebbene le Hifiman Jade II hanno la capacità di proiettare nella musica, a seconda della registrazione, sul palco o in platea, e concedervi ore ed ore di ascolto senza stancare, contando anche su una leggerezza strutturale che non grava sulla testa, insomma, missione compiuta !
In queste settimane di ascolto mi sono spesso interrogato sulla bontà della Hifiman, che ho messo a confronto con impianti anche talvolta più costosi, ottenendo sempre una qualità elevatissima da queste giapponesi. Credo che la risposta sia nella progettazione dell’amplificatore, una macchina costruita attorno alla cuffia, per farla rendere al meglio ed assecondare le caratteristiche timbriche, un affiatamento perfettamente riuscito e non trascurabile per chiunque conosca l’importanza di un abito imbastito su misura.

Complimenti ad Hifiman, un combo che ritengo non possa mancare nella casa di un appassionato di musica, specie di un musicista come il sottoscritto, ed un doveroso ringraziamento anche al Sig. Ventura do Playstereo che ho avuto modo di conoscere e di poter apprezzare sia per la passione che per la preparazione. Buon ascolto a tutti.

Questo prodotto è disponibile presso www.playstereo.com



Indice delle recensioni >>



Una premessa finale !

Per rendere questa recensione utile a tutti, va ricordata una premessa essenziale: la musica passa attraverso le orecchie che possiedono forma e sensibilità diversa per ciascuno di noi, vale a dire che non solo producono una risposta diversa alle varie frequenze per caratteristiche morfologiche, ma soprattutto rispondono differentemente l'una dall'altra alle sollecitazioni prodotte da talune bande di frequenze in particolare.
Nel mio caso specifico ( lo scrivo per orientarvi alla lettura ) manifesto una certa intolleranza alle frequenze troppo pronunciate attorno al 1,2khz e trovo altrettanto insistenti quelle troppo enfatizzate vicine ai 90hz.
Questo preambolo servirà a tarare il lettore circa la mia criticità analitica, Che talvolta manifesterà Dei giudizi viziati dal gusto squisitamente personale, così come personale è Il repertorio d'ascolto che nel mio caso e lato per la maggior parte del tempo musica classica cameristica, sinfonica e vocale.
La riproduzione di un quartetto d'archi a titolo d'esempio, metterà in luce alcuni aspetti sonori che la medesima cuffia / amplificatore / sorgente impegnato in altri generi musicali non riuscirà ad indagare con tanta introspezione. Vale ovviamente, ( e per fortuna ! ) il contrario.
L’ovvia conclusione di questa premessa è che ciascuno ha le proprie orecchie ed i propri gusti musicali e d’ascolto, e principalmente a questi deve affidarsi anche a dispetto di una lusinghiera recensione verso questo o quell’apparecchio.
Nelle recensioni dell’Orecchio Musicale non sono solitodilungarmi in misure, rilevazioni, dettami costruittivi. ecc…perchè a meno di difetti o pregi particolari da porre in evidenza al fine della percezione audio, risultano informazioni facilmente reperibili presso il sito del produttore. L’unico motivo valido per leggere la mia opinione in merito è quella di ascoltare il parere delle orecchie di un musicista.
Grazie e buona lettura.


About me
Stefano Medici, musicista, scrittore e direttore artistico, si diploma in chitarra col massimo dei voti e borsa di studio, risulta vincitore in numerosi concorsi internazionali; svolge attività di concertistica da solista e in orchestra sia in Italia che all’estero, è docente alla cattedra principale dell’Accademia della Musica.
Revisore e trascrittore di opere per chitarra ha al suo attivo collaborazioni con RAI e MEDIASET, apprezzato musicista da pubblico e critica, nella sua carriera ha ricoperto importanti incarichi culturali per il Ministero, il Conservatorio e la Regione Veneto, avviando iniziative di diffusione culturale in collaborazione anche con l’Università di Padova e Confindustria Veneto.
Ideatore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi, dal 1995 è presidente e fondatore dell’Accademia della Musica, con la quale svolge un’importante ricerca nel campo delle neuroscienze e della Bio-risonanza applicata alla musicoterapia.

Accademia della Musica
@ copyright di Stefano Medici
Recensioni, Audio, hi-fi, hi-end, valvole, stax, sennheiser, beyerdynamic, review, test,cuffie, amplificatore, dac, casse, riproduzione, ascolto, elettrostaiche,dinamiche, sennheiser, beyerdynamic, akg, hifiman