Amplificatore Stax SRM 006TS...piccolo capolavoro

Sono un estimatore del suono Stax, una firma sonora inconfondibile, un gusto trasparente di riprodurre la musica un marchio che si è guadagnato giusta fama in quattro decenni di sviluppo e tecnologia in continua evoluzione per soddisfare un numero sempre crescente di appassionati e non solo di musica classica, come fa credere un luogo comune difficile a cadere.
Lo Stax SRM 006TS ne è una limpida testimonianza: una amplificatore a valvole per cuffie elettrostatiche, in piena tradizione Stax, dotato di 3 ingressi, uno dei quali totalmente bilanciato, una manopola per comandare la potenza, segmentata in modo da poter controllare anche il bilanciamento dei canali; due uscite cuffie PRO e l’utile connessione parallela ( a ponte ) collocata posteriormente. Dotato di dimensioni contenute e con il giusto peso, viene fornito di serie con due valvole Electro Harmoinx di provenienza russa, più che adeguate al progetto complessivo dell’ampli.

Qualità costruttive e design sono quelle tipiche del marchio Stax, sebbene modernizzato ma non alla ricerca dell’innovazione a tutti i costi; contrapponendo una solidità costruttiva fatta per durare nel tempo come testimoniano le tante realizzazioni degli anni passati che sono tutt’oggi oggetto di scambio fra gli appassionati del vintage, sfoggiando una perfetta forma anche a 20 anni di distanza.
Bella sensazione la manopola del volume che sembra intervenire con una curva lievemente diversa da come potremmo essere abituati con altri amplificatori, molto modulabile sopratutto nei primi millimetri di corsa, e complice una silenziosità da primato è possibile abbandonarsi ad ascolti con.....un filo di gas ! Una delle peculiarità del suono elettrostatico è anche quello di saper offrire qualità ed equilibrio tonale anche a potenze ridotte rispetto a quanta non ne richiedano cuffie ortodinamiche o dinamiche per dare il loro meglio.

Scoperchiando l’amplificatore si nota una pulizia di progetto ed un ordine dei componenti che colpisce anche l’occhio meno esperto, e le due valvole fanno bella mostra di sè allineate dal frontale verso la coda in modo longitudinale. Lo Stax srm 006TS è poco ingombrante e pesa poco: potrebbero essere parametri ai quali non si da molta importanza al momento della scelta ma che si rivelano vincenti quando si deve trovare la corretta collocazione in un ripiano o su una scrivania.
Infatti una volta abituatisi al suono Stax, lo si vorrebbe nell’impianto principale affianco ai nostri componenti migliori, quanto sul tavolino del soggiorno per godersi una lettura, e perchè no vicino al computer mentre si lavora senza troppo impegno e metà della testa può essere rivolta all’ascolto musicale. Ho trovato molto comodi i selettori frontali che consentono di scambiare le 3 sorgenti al quale può essere collegato lo 006TS senza dover fare acrobazie per montare e smontare i collegamenti ogni volta. Inutile sottolineare come le uscite bilanciate offrano una ricostruzione ed una dinamica maggiore rispetto a quelle sbilanciate, sembra proprio che l’amplificatore cambi marcia, e la sensazione più vicina è quella di spalancare una finestra e cominciare a respirare aria più nitida e tersa.

Un ulteriore punto a favore dello Stax SRM 006TS è che non richiede molto tempo per scaldarsi e già dopo una decina di minuti è pronto a fornire musica col suo standard ottimale. A proposito di scaldare...nelle giornate più calde si fa sentire ed ha bisogno di respirare un pò di più, quindi meglio allontanarlo da ripiani troppo bassi o pareti che ne vincolino l’areazione per un corretto raffreddamento che secondo me giova anche al suono.
Venendo al suono, lo 006TS è un amplificatore molto godibile, pronto, disponibile ad erogare musica di qualità e serve scomodare riferimenti altisonanti per saggiare un confronto che possa metterlo in difficoltà.
Un amplificatore con un carattere spiccato, brioso ed energico quanto basta, e può contare su una bella gamma dinamica, incarnando in questo senso lo spirito di un amplificatore elettrostatico, capace cioè di coniugare la raffinatezza delle armoniche strumentali con una velocità a precisione nella ricostruzione spaziale della scena, senza incedere in fantasiose proiezioni.

Il suono è molto musicale e per niente stancante, senza rinunciare ad una esposizione della gamma acuta mai nascosta o retrocessa; ed il basso corposo e semmai appena arrotondato nei bassi attorno ai 80hz zona nella quale è difficile per molti amplificatori conservare nitidezza e lucidità.
I pregi sono molti, ed a colpire è soprattutto il brio con il quale accompagna l’ascolto rendendolo piacevole e dinamico, lasciando intendere qualche margine di miglioramento solamente negli estremi di banda, tanto nel basso estremo come ho appena detto ma anche nelle frequenze più fitte dove occasionalmente subentra una nota di secchezza a rubare la scena all’abituale raffinatezza armonica. Non si tratta però di quel senso di fatica che gli amplificatori mostrano quando vanno in affanno, ma piuttosto un piccolo limite di prestazione attribuibile alle valvole di primo equipaggiamento che pur mettendocela tutta risultano meno rifinite rispetto a prodotti di qualità più elevata.

Il suono è neutro nel senso migliore del termine, equilibrato perchè alla musica non serve aggiungere niente se non una riproduzione fedele di quanto registrato nella ripresa sonora, ed in questo ogni apparato Stax è campione, muovendo dalle sorgenti e arrivando alle cuffie.
fornendo il calore naturale specie nei piccoli organici classici ed acustici o ancora di più nelle voci maschili e femminili almeno fino al mezzo soprano. Sorprendente come risultino tridimensionali i tintinnii di piatti e cimbali, mai secchi, anzi palpabili....magia delle cuffie elettrostatiche !
Come accennavo prima, durante gli ascolti ho notato immediatamente un cambio di carattere utilizzando la connessione bilanciata, con la quale sfoggia maggiore dinamica ed espressività, come se si togliesse un velo di patina rispetto alle connessioni sbilanciate. Anche la ricostruzione dell’ambiente viene descritta con più chiarezza, caratteristica che ho notato anche sul fratello maggiore l’SRM 700T, anch’esso dotato di valvole.
Per fugare ogni dubbio circa la bontà dell’ampli in oggetto, l’ho messo alla prova con una serie di dac che conosco bene timbricamente per valutare quanto attribuirà alla bontà dell’amplificatore e quanto allo stadio di conversione a monte, e come ogni buon cavallo di razza, questo Stax reagisce al comando di una guida vie più autorevole sfoderando dettagli e configurazioni della scena via via più nitidi e delineati pur nella complessità di una ricostruzione bidimensionale.
Buona parte del merito, per onestà, va spartito con le ottime SR-L 700 mk2 che a differenza delle Hifiman Jade II che ho provato sullo stesso amplificatore alternandole negli ascolti, si sono mostrate eccellenti strumenti di riproposizione musicale.

Lo Stax SRM 006TS si è dimostrato sensibile ad ogni variazione proposta, mostrando all’ascolto sfumature e minime colorazioni così come dettate dalle differenti sorgenti, rispondendo con una caratterizzazione accentuata nei contrasti in abbinamento al dac Audio GD R1, acquistando un pò di copro è rotondità in combinazione con il Lector Digitube 192, guadagnando pienezza nella schiena e nella gamma media, ma con il Venus ed il Terminator di Denafrips ha compiuto un significativo salto di qualità in ogni direzione.
In questa ipotetica configurazione TOP e solo collegando delle cuffie al di sopra di ogni sospetto come le bellissime SR-M 700mk2 divengono captabili con più chiarezza i confini della gamma sonora e della dinamica messa in scena: i bassi-bassi appaiono appena più stretti rispetto al palcoscenico fino ad ora tratteggiato, e pur mantenendo la stessa nitidezza e senza mai impastarsi, sfumano delicatamente sparendo di scena. Questo fenomeno che è molto più corretto e digeribile acusticamente rispetto all’arrotondamento pronunciato di altri apparecchi, è in parte attribuibile alle valvole di serie. Nella parte opposta, fra gli acuti e sovra-acuti si può sentire un fenomeno acustico simile a quello dei gravi, ma laddove il basso restringe la scena, qui il palcoscenico mantiene lo spazio virtuale e l’ariosità dell’esecuzione complessiva ma calando solamente in consistenza dinamica: come dire che i sovra-acuti percepibili in alcune esecuzioni di musica classica brillano qualche frazione di secondo in meno di quanto ci si potrebbe aspettare.

In conclusione lo Stax SRM 006TS è capace di offrire ottimi ascolti, potrebbe essere paragonato ad un’automobile di media cilindrata briosa, scattante, energica e capace di dare divertimento fra le curve, un auto, per continuare il paragone motoristico, che “si prende subito in mano”. Questa è la caratteristica saliente dell’amplificatore, suona bene quasi con tutte le sorgenti e con tutta la musica che vi farete scorrere. Le valvole Electro Harmonix, come tutto il resto della componentistica, guadagnano qualcosa con un centinaio di ore di rodaggio, ma senza promettere stravolgimenti anche perchè l’insieme è cosi ben affiatato che è difficile chiedere di più specie se rapportato al prezzo d’acquisto.
Uno strumento discreto nei volumi ma di grande sostanza, perfettamente calibrato per fornire prestazioni appaganti e diviene necessario mettere mano pesantemente al portafogli per approdare ad ascolti migliori, parzialmente sensibile anche alla qualità dell’alimentazione ricevuta: un buon cavo lo fa splendere ancora meglio del pur valido ( sia detto ! ) cavo Stax in dotazione.
Anche le cuffie che vi collegherete, quando via via più performanti saranno in grado di estrarre al meglio la raffinata qualità nascosta in questo piccolo gioiello di equilibrio e vigore dinamico. Nelle prove di lungo periodo mi sono fermato alle 700mkII e non ho provato le 009S che sono sicuro non sfigurerebbero affatto, mentre ulteriori margini di miglioramento potrebbero arrivare con qualche valvola selezionata presa in prestito al mondo del NOS...ma ve ne parlerò nel prossimo articolo !

P.S.
Per chi non fosse convinto di ciò che scrivo ( e nel rispetto dei gusti personali s’intende ! ) sappia che nonostante da un anno a questa parte sia entrato nel mio set up anche il fratello maggiore il SRM 700T con il quale suddivido gli ascolti, la musicalità e la prontezza che ritrovo nello 006TS non mi hanno permesso di metterlo in vendita.


Strumentazione e catene d’ascolti delle prove: Dac audioGD R1 – Lector digitube – Project box RS – Denafrips Terminator amplificatori Stax SRM 006TS – Stax SRM 700T - cuffie Stax 700mkII – Hifiman Jade II



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Una premessa finale !

Per rendere questa recensione utile a tutti, va ricordata una premessa essenziale: la musica passa attraverso le orecchie che possiedono forma e sensibilità diversa per ciascuno di noi, vale a dire che non solo producono una risposta diversa alle varie frequenze per caratteristiche morfologiche, ma soprattutto rispondono differentemente l'una dall'altra alle sollecitazioni prodotte da talune bande di frequenze in particolare.
Nel mio caso specifico ( lo scrivo per orientarvi alla lettura ) manifesto una certa intolleranza alle frequenze troppo pronunciate attorno al 1,2khz e trovo altrettanto insistenti quelle troppo enfatizzate vicine ai 90hz.
Questo preambolo servirà a tarare il lettore circa la mia criticità analitica, Che talvolta manifesterà Dei giudizi viziati dal gusto squisitamente personale, così come personale è Il repertorio d'ascolto che nel mio caso e lato per la maggior parte del tempo musica classica cameristica, sinfonica e vocale.
La riproduzione di un quartetto d'archi a titolo d'esempio, metterà in luce alcuni aspetti sonori che la medesima cuffia / amplificatore / sorgente impegnato in altri generi musicali non riuscirà ad indagare con tanta introspezione. Vale ovviamente, ( e per fortuna ! ) il contrario.
L’ovvia conclusione di questa premessa è che ciascuno ha le proprie orecchie ed i propri gusti musicali e d’ascolto, e principalmente a questi deve affidarsi anche a dispetto di una lusinghiera recensione verso questo o quell’apparecchio.
Nelle recensioni dell’Orecchio Musicale non sono solitodilungarmi in misure, rilevazioni, dettami costruittivi. ecc…perchè a meno di difetti o pregi particolari da porre in evidenza al fine della percezione audio, risultano informazioni facilmente reperibili presso il sito del produttore. L’unico motivo valido per leggere la mia opinione in merito è quella di ascoltare il parere delle orecchie di un musicista.
Grazie e buona lettura.


About me
Stefano Medici, musicista, scrittore e direttore artistico, si diploma in chitarra col massimo dei voti e borsa di studio, risulta vincitore in numerosi concorsi internazionali; svolge attività di concertistica da solista e in orchestra sia in Italia che all’estero, è docente alla cattedra principale dell’Accademia della Musica.
Revisore e trascrittore di opere per chitarra ha al suo attivo collaborazioni con RAI e MEDIASET, apprezzato musicista da pubblico e critica, nella sua carriera ha ricoperto importanti incarichi culturali per il Ministero, il Conservatorio e la Regione Veneto, avviando iniziative di diffusione culturale in collaborazione anche con l’Università di Padova e Confindustria Veneto.
Ideatore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi, dal 1995 è presidente e fondatore dell’Accademia della Musica, con la quale svolge un’importante ricerca nel campo delle neuroscienze e della Bio-risonanza applicata alla musicoterapia.

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